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Elmo Palazzi, dai bozzetti all’opera finita

Pinacoteca comunale

La sezione dedicata all’arte contemporanea della Pinacoteca comunale custodisce i bozzetti in gesso dello scultore Elmo Palazzi (1871-1915). Questi fanno parte di una ricca collezione acquistata dal comune di Città di Castello nel 1969 dalla Scuola Operaia Bufalini, dove era stata allestita una gipsoteca a ricordo di uno dei suoi insegnanti più illustri e stimati.

Palazzi era originario di Città di Castello e nel 1888 grazie a una borsa di studio poté approfondire la sua formazione a Firenze. L’anno successivo si trasferì a Roma prima per studiare all’Accademia di Belle Arti e poi come allievo di Ettore Ferrari. Nella Capitale prese parte al vivace dibattito artistico e culturale che coinvolse l’Italia post-unitaria. Nel 1903 rientrò a Città di Castello per motivi di salute. Gli impegni come insegnante presso la Scuola tecnica e successivamente la Scuola Bufalini, non gli impedirono di mantenere i contatti con l’ambiente culturale romano. A lui si devono moltissimi monumenti e rilievi che ornano sia il centro storico che il Cimitero monumentale tifernate.

Tra i bozzetti presenti:

Tempietto con angeli cantori. Bozzetto realizzato con qualche variante per la cappella Magnini Signoretti nel Cimitero monumentale tifernate. Risale ai primi del Novecento e mostra l’interesse per l’architettura e la scultura fiorentina di Palazzi, che inserisce i suoi personaggi all’interno di un tempietto gotico.

Allegoria dell’Umbria. Bozzetto in gesso realizzato nel 1907 in occasione del concorso nazionale per la realizzazione delle statue raffiguranti le regioni d’Italia destinate ad ornare il Monumento a Vittorio Emanuele II di Giuseppe Sacconi a Roma, noto anche come Altare della Patria. L’opera vinse il concorso e costituì l’incarico più prestigioso nella carriera di Palazzi che volle raffigurare la sua regione come una donna imponente e austera con indosso un elmo, mentre regge con la mano sinistra una patera e tiene stretta nella destra una spada poggiante su un tripode. Nella sala del consiglio del Palazzo comunale di Città di Castello è possibile ammirare il modello dell’opera, imponente figura grande due volte il vero, donato al comune nel 1927.

Le tre parche. Bozzetto per la lastra tombale in marmo commissionatagli dalla famiglia tifernate Leoni Baldelli, visibile nel Cimitero monumentale di Città di Castello. L’opera in marmo fu premiata nel 1908 all’Esposizione Artistico-Industriale di Gubbio. La linea sinuosa che abbraccia le tre figure è un indizio dell’attenzione di Palazzi per il gusto Liberty.

Allegoria della Previdenza. Bozzetto selezionato per il rilievo in marmo da porre al centro della balaustra a coronamento della nuova sede della Cassa di Risparmio di Città di Castello in piazza Matteotti, realizzata dal 1901 al 1912 su progetto dell’architetto Vincenzo Benvenuti, dal titolo “Virtus et Diligentiae”.

L’opera di Palazzi rappresenta la Previdenza come una prosperosa matrona assisa in trono. Sulla destra, un giovane è nell’atto di affidarle i propri risparmi che da vecchio, a sinistra, riceverà moltiplicati. Un invito al risparmio per assicurarsi una serena vecchiaia e il benessere dei propri figli. Per questo lavoro i committenti aggiunsero alla somma pattuita di 50 lire, altre 500 come ulteriore ricompensa. Nella sala si trovano anche gli altri sei bozzetti proposti da Palazzi.

Monumento a Luigi Cerboni, 1914. Bozzetto realizzato per il monumento sepolcrale del musicista tifernate Luigi Cerboni, scomparso nel 1912. L’opera, all’ingresso del Cimitero monumentale, è una delle ultime realizzate da Palazzi. Nel monumento Palazzi mostra ancora il suo interesse per le delicatezze e le sinuosità del Liberty nelle figure dei due angeli che incorniciano il busto del Cerboni, mentre reggono in mano un libro e una lira, ad indicare i suoi interessi letterari e musicali.