ASTRAZIONI/1 : GENERAZIONE ANNI 50 (Rocca di Umbertide, 3 agosto – 22 settembre 2024)

Sabato 3 agosto (ore 17) alla Rocca di Umbertide si inaugura la mostra collettiva “Astrazioni/1”.

La mostra sarà visitabile fino al 22 settembre nei seguenti orari:

Martedì    16.30 / 18.30;
Mercoledì e Giovedì    10.30 / 12.30 – 16,30 / 17.30;
Venerdì, Sabato e Domenica    10.30 / 12.30 – 16,30 / 18.30
Lunedì chiuso. Festivi aperto.

 

“Astrazioni/1” vuole essere una prima ricognizione su una generazione di artisti nati negli Anni Cinquanta ancora oggi poco studiata. Si tratta di artisti oggi più o meno settantenni, un’età in cui è possibile fare un significativo bilancio delle singole ricerche e valutare gli esiti di una generazione. Il progetto, a cura di Giorgio Bonomi e Lorenzo Fiorucci, è la prima tappa di un percorso che vuole concentrarsi su una tipologia artistica, quella astrattista, adottata in varie forme dagli artisti invitati a partecipare, e che rappresenta uno spaccato significativo della pur ampia e variegata compagine creativa presente in ambito nazionale. Dodici artisti tra pittori e scultori attivi in un ambito di ricerca affine su cui la mostra vuole segnare un punto fotografando più momenti della loro indagine, dagli esordi fino all’attuale stato del loro percorso. L’astrazione, infatti, offre ancora stimolanti punti di riflessione critica resi tangibili da un’esposizione come questa, che può restituire la vivacità interpretativa in atto in questo momento, attraverso i quadri e le sculture di alcuni dei protagonisti dell’arte italiana attuale. Per ogni artista le opere in mostra testimoniano tre fasi evolutive del loro lavoro, di modo che il visitatore possa orientarsi nelle diverse fasi del suo percorso. L’esposizione è accompagnata da un catalogo in cui sono raccolte le immagini delle opere in mostra corredate da testi critici e apparati bio-bibliografici.

 

Gli artisti presenti in mostra sono: Tommaso Cascella (Roma, 1951), Stefano Turrini (Firenze, 1951), Paolo Iacchetti (Milano, 1953), Sonia Costantini (Mantova, 1953), Domenico D’Oora (Londra, 1953), Alessandro Gamba (Pontedera, 1955), Alessandra Bonoli (Faenza-RA, 1956), Alfonso Talotta (Viterbo, 1957), Massimo Arrighi (Mezzolara-BO, 1957), Fabio Mariacci (Città di Castello-PG, 1957), Albano Morandi (Salò-BS, 1958), Walter Cascio (Bologna, 1958).

À REBOURS (Rocca di Umbertide, 22 giugno / 28 luglio 2024)

Sabato 22 giugno (ore 18) si inaugura alla Rocca di Umbertide À rebours”, mostra personale dell’artista milanese Armando Fettolini a cura di Simona Bartolena e Luigi Cavadini.

La mostra sarà visitabile fino a Domenica 28 Luglio nei seguenti orari:

Martedì 16.30 / 18.30;
Mercoledì e Giovedì 10.30 / 12.30 – 16,30 / 17.30;
Venerdì, Sabato e Domenica 10.30 / 12.30 – 16,30 / 18.30
Lunedì chiuso. Festivi aperto.

 

     À rebours racconta gli ultimi vent’anni della ricerca artistica di Armando Fettolini, presentando opere datate dalla fine degli anni Novanta ai nostri giorni.

     Il percorso artistico di Fettolini inizia alla metà degli anni Settanta, con gli studi all’Istituto d’Arte di Monza, e prosegue, senza sosta, fino ad oggi, in una costante e coerentissima evoluzione. Elemento di continuità nella ricerca dell’artista è l’indagine dell’animo umano, in tutta la sua complessità. Materiche, profondamente espressive, in bilico tra figurazione e astrazione, le opere di Armando Fettolini procedono da sempre per serie tematiche, entrando e uscendo da temi iconografici che compongono la trama di un unico grande racconto.  La mostra presenta un’ampia selezione di lavori, tra dipinti, sculture e installazioni, scelti dall’artista e dai curatori, provenienti da collezioni pubbliche e private oltre che dall’archivio dell’artista. Il percorso di mostra procede, però, all’inverso – À rebours, appunto –, controcorrente, partendo dagli ultimissimi lavori per arrivare a quelli più vecchi come datazione.

     Ciascuna delle tematiche indagate dall’arte di Armando Fettolini suggerisce riflessioni importanti sulla condizione umana, sulla diversità, sulla necessità di guardare il Mondo con occhi meno ipocriti: dai Randagi alla serie del Mondo degli strani, dai Corpi in viaggio fino ai più recenti Blu, le iconografie interpretate dall’artista sono sempre racconti emozionanti, capaci di coinvolgere anche il visitatore meno attento. Gli ultimi lavori sembrano portare una nuova leggerezza nella poetica dell’artista, frutto anche di una condizione personale più serena e distesa. Alla materia “pesante” che emergeva nelle sue opere del passato si è sostituita la carta, elemento centrale nella sua più recente produzione. Passato da un periodo in cui nella sua tavolozza predominava il blu – colore emblematico e simbolico –, Fettolini è approdato ora a composizioni realizzate con la carta e pervase dalla luminosità del bianco: opere che segnano una straordinaria svolta, aprendo nuovi orizzonti da attraversare.

     In mostra viene data un’attenzione particolare anche alla narrazione, con un apparato didattico pensato per rendere comprensibile anche a un pubblico di non addetti ai lavori il significato dei lavori esposti.

 

Cenni biografici

 Armando Fettolini è nato a Milano nel 1960. La passione per la pittura lo accompagna fin dall’infanzia; già a quindici anni viene preso a bottega da un affreschista, Nicola Napoletano. A diciotto anni riceve i primi riconoscimenti artistici ufficiali e nel 1987 si tiene la sua prima mostra. Il 1997 è l’anno dell’ingresso ufficiale nel mondo del mercato dell’arte con la Galleria Mari Arte Contemporanea con la quale partecipa alle principali fiere nazionali e internazionali ed espone in luoghi pubblici deputati all’arte e musei. Nel 2000 egli riceve a Parigi il 5° Award Arjo Wiggins come miglior creativo italiano. A dicembre dello stesso anno inaugura a New York una personale alla galleria Art54; seguiranno, fino ad arrivare ai nostri giorni, mostre in Spagna, Francia, Corea del Sud, Germania, Lussemburgo, Slovacchia, Svizzera e in numerose e importanti sedi italiane. Tra le sue ultime personali: Blu agostino, Como, San Pietro in Atrio, 2018; Immergersi nel cielo, Piacenza Biffi Arte 2018; L’infinito in un quadrato, Milano, Università Bocconi, 2019; 180 da qui, Arcore, Villa Borromeo d’Adda, 2020; Il mio approdo, Castel Rozzone, Palazzo Comunale, 2021; I miei 8000, Missaglia, Monastero della Misericordia, 2021. Di lui hanno scritto alcune delle più importanti firme della critica contemporanea. Numerose le pubblicazioni a lui dedicate. Dal 2009 Fettolini si dedica anche alla realizzazione di opere pubbliche, con progetti che gli permettono di indagare nuovi aspetti della comunicazione artistica, quali la relazione tra opera d’arte e territorio. All’attività di artista egli affianca quella di operatore culturale, organizzatore e curatore di mostre, con particolare attenzione sia alla riscoperta di importanti ma ancora poco noti maestri del passato che al sostegno e la promozione della ricerca di giovani emergenti. Nel 2015 ha fondato, per questo, con Simona Bartolena il progetto Ponte43.

 

 

 

 

 

 

 

 

TREARTISTESEI (Rocca di Umbertide, 18 maggio / 16 giugno 2024)

Sabato 18 maggio (ore 17) alla Rocca di Umbertide verrà inaugurata la mostra d’arte contemporanea TREARTISTESEI. Saranno presenti i curatori Giorgio Bonomi e Lara Caccia, oltre alle artiste: Rosetta Berardi, Francesca Dondoglio e Valentina Palmi.

Questa mostra è la sesta di una serie di esposizioni iniziata nel 2016 che vuole portare all’attenzione del pubblico la produzione artistica legata al genere femminile. Anche questa volta vengono proposte le “personali” di tre artiste che operano con diverse poetiche e differenti tecniche, offrendo al visitatore uno spettro ampio dell’arte contemporanea: dall’astrazione all’arte concettuale, dalla monocromia alla figurazione.

ROSETTA BERARDI nasce in Sicilia nel 1944. Dal 1962 vive a Ravenna dove si è diplomata in pittura all’Accademia di Belle Arti e poi si è laureata in Storia dell’Arte Contemporanea al DAMS di Bologna. Sensibile alla contaminazione tra pittura, installazione e fotografia, sviluppa una costante ricerca estetica sulla sinergia dei materiali. Sue opere sono presenti in collezioni private e musei tra cui: Museo d’Arte della Città, Ravenna; Galleria Arte Moderna e Collezione Albornoz, Spoleto; MACAM, Museo Arte Contemporanea all’Aperto, Maglione (TO); Museo d’Arte Contemporanea Novoli (LE); Collezione Muditac, Roma; Museum Sanbao Ceramic Art, Jingdezhen (Cina); Museum Bagheria, Osservatorio dell’Arte Contemporanea in Sicilia, Bagheria (PA); MACC Museo d’Arte Contemporanea, Caltagirone; Parigi sede dell’Unesco; Bologna, Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna.

FRANCESCA DONDOGLIO è nata a Donato (BI) nel 1990, vive a Torino. Dopo un’esperienza nel restauro delle opere antiche, moderne e contemporanee (è laureata in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali), si dedica alla pittura, fondata sul colore, materia e segno. Nelle sue opere alla stesura segnica del pigmento segue il processo pittorico attraverso un’azione corporale, in cui la mano diventa lo strumento espressivo sia della razionalità che del sentimento, arrivando ad amalgamare i due colori in una sintesi psichica-visiva. L’atto del dissolvere il pigmento fino a farlo diventare superficie, corrisponde ogni volta ad un divenire esperienziale, che si eleva dal terreno verso un modo spirituale, e quella stessa superficie diviene soglia da oltrepassare. Le sue opere prediligono la forma del quadro e dell’installazione site specific e sono presenti in collezioni pubbliche e private.

VALENTINA PALMI è nata a Bologna, dove vive, nel 1994. Nel 2021 si è diplomata alla Magistrale di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. Da allora porta avanti, attraverso una pratica artistica basata su quella che definisce “Linea Verticale”, una ricerca di ampio respiro sulla direzione politicamente spirituale nell’arte emergente. La predominanza della tonalità vermiglia dei segni è data da una stratificazione di diversi umori a partire dalle gocce di sangue, dalle matite, fino alla biro ed agli inchiostri. Attualmente sta frequentando il Dottorato d’artista promosso dalle Università di Hasselt e di Bologna ed è la direttrice artistica della Galleria d’Arte Contemporanea Studio la Linea Verticale di Bologna.

 

La mostra sarà visitabile fino a domenica 16 giugno nei seguenti orari:

Martedì 16.30 / 18.30;
Mercoledì e Giovedì 10.30 / 12.30 – 16,30 / 17.30;
Venerdì, Sabato e Domenica 10.30 / 12.30 – 16,30 / 18.30
Lunedì chiuso. Festivi aperto.

UMBERTID’ARTE 5 (Rocca di Umbertide, 30 marzo / 5 maggio 2024) – PROROGATA FINO AL 12 MAGGIO

Accanto a nomi di rilievo o emergenti della scena artistica italiana contemporanea che saranno protagonisti della stagione espositiva 2024, la Rocca di Umbertide con la quinta edizione della mostra collettiva Umbertid’Arte vuole ancora una volta dare visibilità ad artisti non professionisti del territorio (per nascita o adozione) che presentano i loro lavori spaziando tra varie forme espressive: pittura, disegno, arti plastiche, fotografia.

Sono in mostra opere di Posy Abbot, Alessio Accalai, Bruno Anitori, Carlo Arcipreti Finocchi, Jason Balducci, Matteo Becchetti, Lucia Bonucci, Sandro Epi, Mir-Ko, Giampaolo Monsignori, Paola Panzarola, Ilaria Pennoni, Vittorio Picchio, Marco Piccioloni, Laura Rossi, Wolfgang Sandt, Giada Sonaglia, Ettore Spatoloni, Paola Suvieri, Simona Tondini, Antonella Ubbidini, Alberto Venturelli.

La mostra si inaugura sabato 30 marzo alle ore 17 e sarà visitabile fino al 5 maggio nei seguenti orari:

Martedì 16.30 – 18.30
Mercoledì e Giovedì 10.30 – 12.30 / 16.30 – 17.30
Venerdì, sabato e Domenica 10.30 – 12.30 / 16.30 – 18.30
Lunedì chiuso. Festivi aperto.

DENTRO UN’ATMOSFERA DI LUCE (Rocca di Umbertide, 18 febbraio – 24 marzo 2024)

Inaugurata domenica 18 febbraio 2024 alle ore 16,00 presso la Rocca di Umbertide la mostra collettiva di arte visuale “Dentro un’atmosfera di luce”:

L’esposizione vuole proporre un modo di vivere l’arte come un incessante viaggio in luoghi e ambiti disparati e in direzioni plurime come ha suggerito e sollecitato il postmoderno a partire dagli anni 80. Testimoniare la necessità di una comunicazione non basata su un unico modello ma sulla esigenza di peregrinare liberamente nei vari linguaggi artistici (pittura, scultura, installazioni) alla continua ricerca di sé senza l’esigenza di raggiungere un traguardo o una destinazione se non approdi magari imprevedibili da cui ripartire con maggiore consapevolezza.

L’evento, curato da Pippo Cosenza e presentato da Andrea Baffoni, è realizzato in collaborazione con l’associazione culturale Spazio 121 Arte e presenta le opere degli artisti: Stefano Chiacchella, Ornella Cosenza, Pippo Cosenza, Angelo Dottori, Arnhild Kart, Emilio Leonardi, Francesco Pujia, Achille Quadrini, Ferruccio Ramadori, Patrizio Roila, Salvo Seria, Roberto Sportellini Vera Tamburini.

“Dentro un’atmosfera di luce” si vuole proporre come collante capace di promuovere l’arte come fatto sociale, collettivo e condivisibile per la costruzione di una visione artistica diffusa pronta ad entrare nel mondo plurale e variegato dell’immaginario comune. Da qui il valore didattico nel processo di integrazione fra l’arte e la comunità del pubblico, di un fare che nella creatività integra la partecipazione sensibile di coloro che stanno dentro e fanno arte con coloro che fuori dal mondo artistico ne sono i fruitori.

 

La mostra sarà visitabile fin al 24 marzo col seguente orario:

Martedì  16.30 – 18.30

Mercoledì e Giovedì  10.30 – 12.30 / 16.30 – 17.30

Venerdì, sabato e Domenica  10.30 – 12.30 / 16.30 – 18.30

Lunedì chiuso. Festivi aperto.

ANTONIO RENZINI : 60 Anni di Pittura (Rocca di Umbertide, 8 dicembre 2023 – 6 gennaio 2024)

Un percorso artistico lungo sessant’anni riassunto attraverso una selezione di quaranta opere. Con questa mostra personale, che si inaugura Venerdì 8 Dicembre (ore 17.30) con la presenza dell’artista, la Rocca rende omaggio al pittore umbertidese Antonio Renzini.

In questa antologica è possibile ripercorrere i momenti salienti della sua esperienza artistica: dai richiami al Futurismo ispirati a Gerardo Dottori di cui è stato allievo, ai pannelli di grandi dimensioni commissionati dalla Unione Europea ed esposti nelle sedi di Roma, Milano e Bruxelles, fino alle opere più recenti con soggetti in stile figurativo qui rappresentati dal ciclo “Zebre Pedonali”, già presentato in una mostra personale di grande successo al CERP presso la Rocca Paolina di Perugia.

La mostra sarà visitabile fino al 6 gennaio nei seguenti orari:

Martedì, Mercoledì e Giovedì 10.30 – 12.30 / 16.30 – 17.30

Venerdì, sabato e Domenica 10.30 – 12.30 / 16.30 – 18.30

Lunedì chiuso. Festivi aperto.

DEI IN TERRA – Studio per l’Inferno (Rocca di Umbertide, 13 novembre – 3 dicembre)

A partire da domenica 12 novembre la Rocca di Umbertide ospiterà la mostra personale di Leonella Masella intitolata “Dei in terra – studio per inferno,” a cura di Enzo Francesco Testa, con i testi critici di Helia Hamedani e Annamaria Corbi e i testi in catalogo di Ferruccio Ulivi, Carla Guidi, Annamaria Corbi, Marina DeCataldo, Adelinda Allegretti, Silvia Litardi, Simona Antonacci, Helia Hamedani, Laura De Luca.

Come scrive Helia Hamedani: “La mostra personale di Leonella Masella presenta una vasta raccolta delle opere dell’artista degli ultimi decenni. Le opere dell’esposizione parlano di guerre e migrazioni, della trasformazione delle città e dei labirinti nel tempo spazio […] Questa mostra racconta le storie dell’evoluzione dell’uomo moderno ma anche le possibilità della salvezza che Masella con la sua vivace fantasia e a volte con saporito umorismo, ci dimostra attraverso molteplici linguaggi”.

La mostra verrà inaugurata domenica 12 novembre alle ore 11.30 alla presenza dell’artista In questa occasione verrà presentato il catalogo realizzato espressamente per questo evento. 

La mostra resterà aperta fino al 3 dicembre nei seguenti orari:

Martedì, Mercoledì e Giovedì 10.30 – 12.30 / 16.30 – 17.30

Venerdì, sabato e Domenica 10.30 – 12.30 / 16.30 – 18.30

Lunedì chiuso.

 

BIOGRAFIA

Nata a Taranto, Leonella Masella trascorre l’infanzia e l’adolescenza fra Italia e varie località estere in Europa, Asia, ed Estremo Oriente. Si laurea in Scienze politiche e lavora per le Nazioni Unite in paesi difficili come Mozambico, Sudan, Cambogia, Angola. Dal 1990 al 1995 ha vissuto e lavorato in Namibia, dove nel 1993 ha iniziato la sua formazione accademica in materia artistica conseguendo nel 2001 il Diploma di Laurea Triennale in Arti Visive e Storia dell’Arte presso l’Università del Sudafrica a Pretoria. Nel 2003 vince il Premio della Critica al Concorso Internazionale ESPOARTE, ARTEAM, Albissola Marina (SV) Nel 2014 il Premio della Critica alla Biennale d’Arte Contemporanea Anagni- Frosinone (FR).

Tra le mostre recenti: 

2022 Fontane – installazione permanente sulla Terrazza del Nuovo Mercato Trionfale, Roma;

2021 Stati d’Arte V Edizione collettiva Villa Fidelia, Spello (PG);

2021 Maker Faire Rome, The Europea Edition (IX Edizione) – Gazometro Ostiense, Roma;

2021 Drap Art, Barcellona, Spagna;

2021 Riscarti Festival, Terrazza del Nuovo Mercato Trionfale, Roma;

2021 Miami New Media Festival (MNMF) DorCAM Doral Contemporary Art Museum, Miami, Florida, USA;

2021 Hortus conclusus – Museo diffuso Acqualagna (PU); 2019 Macro Asilo 22-23 ottobre, Roma;

2018 Stend/Art – 27 Stendardi d’artista sotto i Portici di Piazza Vittorio, Roma- collettiva di Arco di Gallieno;

2018 Bestiario – Nuovo Mercato Esquilino, Padiglione Merci varie, Roma;

2017 Fontane al Mercato Esquilino Piazzetta Centrale del Nuovo Mercato Esquilino per il Natale di Roma.

VINCENZO CECCHINI: Il colore sospeso (Rocca di Umbertide, 7 ottobre / 5 novembre)

Vincenzo Cecchini, uno dei maggiori esponenti della Pittura Analitica, presenta in questa mostra un percorso completo, dai suoi primi lavori degli anni sessanta fino alle realizzazioni più recenti. 
La mostra, intitolata “Il colore sospeso”, indaga il ruolo del segno cromatico, a volte deciso altre sfumato, sempre delicatissimo e lieve, che Vincenzo Cecchini sperimenta nella sua opera fin dagli inizi. 
Personalità multiforme e creativamente irrequieta, Cecchini rappresenta ancora oggi un’avanguardia pittorica di primo piano, dove la traccia semantica si perde dando luogo a spazi sospesi frutto di un’incessante ricerca interiore.
L’uso attento dei materiali più diversi, dalla formica estroflessa all’acetato, dalla fotografia al colore puro, nel corso dei decenni porta l’artista alla sperimentazione delle infinite possibilità espressive di una pittura che nasce autoreferenziale, per poi aderire, forse inconsapevolmente, al movimento analitico con forti connotati concettuali. Nell’opera di Vincenzo Cecchini, infatti, è fondamentale il ruolo del processo, dove il rapporto tra identità e differenza, tra originale e replica, trova un’acuta analisi attraverso una ripetizione che si fonda sull’errore capace di estromettere e, al contempo, rafforzare il valore dell’autenticità. In questa profondità concettuale, che mai ha intaccato la capacità esecutiva delle opere, si riconosce la qualità dell’indagine intellettuale e il ruolo spirituale che assume il gesto pittorico: percorrere idealmente, con la sperimentazione diretta della materia e l’accostamento incessante di materiali, l’approccio primitivo dell’Uomo verso ciò che lo circonda, raccontando attraverso di esso la propria storia. Per Cecchini ciò che parla è l’opera. 

Curatori dell’evento sono il critico Giorgio Bonomi, da decenni uno dei principali studiosi dell’arte analitica, e Giorgio T. Costantino, esperto curatore che da molti anni segue la ricerca di Vincenzo Cecchini contribuendo alla recente rivalutazione della sua opera.

La mostra verrà inaugurata sabato 7 ottobre alle ore 17 e sarà visitabile fino al 5 novembre (festivi compresi) nel seguente orario:
Martedi 16.30-18.30 Mercoledi e Giovedì 10.30-12.30 / 16.30-17.30
Venerdi sabato e domenica 10.30-12.30/ 16.30-18.30.
Lunedì chiuso

SOTTO LO STESSO CIELO (Rocca di Umbertide, 2 settembre – 1 ottobre)

La mostra Sotto lo Stesso Cielo ruota intorno al concetto di senso del sacro in tutte le sue declinazioni e sulla necessità da parte dell’Arte di prendere una posizione che permetta di pensare oltre all’esteriorità da ipermercato dell’epoca attuale per porre le basi verso altre ripartenze, più idonee a rispondere al bisogno di verità dell’uomo contemporaneo.

Partendo da presupposti e da esperienze eterogenee, chi da una visione più laica, chi da una più esplicitamente spirituale e cristiana, gli artisti in mostra sollecitano il visitatore a riflettere sulla centralità del Sacro in tutte le sue manifestazioni, in un momento storico particolarmente drammatico di imbarbarimento e di decadimento che sembra essere irreversibile.

L’uomo contemporaneo è il risultato dei suoi esercizi despiritualizzati orientati dalle leggi di mercato che hanno prodotto una crisi della civiltà moderna che ora deve fare necessariamente i conti con i problemi fondamentali dell’umanità. Allora da dove ripartire se lo spazio interno dell’uomo crolla a causa dell’enorme vantaggio dell’esteriorità, dell’apparire, del fuori, che ha prodotto probabilmente lo smarrimento dell’anima? Gli artisti con le loro opere ci indicano diverse modalità. La necessità che emerge sta nella bellezza di una sfida esistenziale che faccia della propria esistenza e dell’esercizio dell’Arte un modo di vivere attivo, che permetta di smascherare quei meccanismi di un presente caratterizzato sempre più dalla presa di controllo dell’intero processo di costruzione del simbolico e dello spirituale che appartiene alla sfera emotiva e più profonda dell’umano sentire.

La mostra verrà inaugurata alla presenza degli artisti sabato 2 settembre, ore 18, e sarà visitabile fino a domenica 1 ottobre cole seguente orario:
da martedì a giovedì, 10.30 / 12.30 – 16.30 / 17.30;
da venerdì a domenica, 10.30 / 12.30 – 16.30 / 18.30;
lunedì chiuso.

ARTURO VERMI : dal segno alla felicità (Rocca di Umbertide, 5 / 27 agosto 2023)

ARTURO VERMI : dal segno alla felicità

A cura di Simona Bartolena in collaborazione con Giorgio Bonomi

Rocca di Umbertide – Centro per l’Arte Contemporanea,  5 / 27 agosto 2023

 

Inaugurazione: sabato 5 agosto 2023, ore 17.30

 

ORARIO DI APERTURA:

da Martedì a Giovedì, 10.30 / 12.30 – 16,30 / 17.30;

da Venerdì a Domenica 10.30 / 12.30 – 16,30 / 18.30;

Lunedì chiuso.

 

Evento realizzato in collaborazione con Archivio Arturo Vermi, Leogalleries e Ponte43.

 

 

 

Smettiamo di sentirci colpevoli di essere felici, siamo colpevoli di non esserlo!”  (Arturo Vermi)

Arturo Vermi nasce a Bergamo il 26 marzo del 1928. Dopo il trasferimento a Milano, ancora giovanissimo, si avvicina alla pittura da autodidatta, realizzando opere di matrice espressionista. La sua prima mostra, nel 1956, è ospitata nel Centro Culturale Pirelli, l’azienda per cui all’epoca lavora come operaio. Progressivamente, anche grazie alla frequentazione degli ambienti di Brera, la sua pittura si dirige verso uno stile di ambito informale. Dopo un soggiorno di due anni a Parigi, nel 1961 rientra a Milano e fonda con gli artisti Agostino Ferrari, Ugo La Pietra, Ettore Sordini, Angelo Verga e il critico e scrittore Alberto Lucia il Gruppo del Cenobio, con l’intenzione di rinnovare i codici di scultura e pittura. Risalgono a questo periodo i suoi primi Diari. La sua ricerca nel segno proseguirà poi con le Presenze e le Marine. Tra i protagonisti del vivacissimo clima culturale del quartiere di Brera, Vermi frequenta anche le Botteghe di Sesto, altro luogo di riferimento delle avanguardie artistiche dell’epoca. Nel 1967 l’amicizia con Lucio Fontana si consolida e Vermi approfondisce con lui quel concetto di spazio che sarà poifondamentale nella sua ricerca futura, quando la dimensione cosmica prevale, in opere quali le Piattaforme e 100.000.000 di anni luce, Il 1975, definito da Vermi anno “Lilit”, è di fondamentale importanza per l’elaborazione della sua “proposta di felicità” espressa nel primo numero dell’“Azzurro”, rivista pensata per contenere solo buone notizie, che vedrà un secondo numero, distribuito alla Biennale di Venezia, nel 1978. Risale allo stesso periodo il “Manifesto del disimpegno”. Nel 1980 progetta e incide le Sequoie, sorta di tavole dei comandamenti che, l’anno successivo, durante un viaggio in Egitto con Antonio Paradiso e Nanda Vigo, restituirà simbolicamente a Mosè sul monte Sinai. Negli anni successivi nascono i Colloquie il ciclo Luna-Terra-Sole, che spingono l’artista a riavvicinarsi alla figurazione. La sua ricerca della felicità lo porta a identificare nell’orologio una delle cause principali dei mali dell’umanità. Progetta quindi L’Annologio, un “misuratore di tempo più umano” che si basa sullo scorrere delle stagioni, ma propone anche riflessioni, ancora tristemente attuali e sensibilmente in anticipo sui propri tempi, sulle condizioni del nostro pianeta con opere e azioni quali Com’era bella la Terra. Arturo Vermi muore a Paderno d’Adda (Lecco) il 10 ottobre 1988.