


Venerdì 14 Febbraio ore 17:30 visita guidata in Pinacoteca a Città di Castello dedicata all’amore.
Il percorso si snoda all’interno delle sale più belle di Palazzo Vitelli per poi terminare con un piccolo aperitivo a tema.
La storia racconta che il palazzo fu voluto da Alessandro Vitelli per la futura moglie Angela Paola dei San Secondo Parmense ed è anche ricordato per l’ormai famosa leggenda di Laura amante del condottiero. Gli stessi affreschi che decorano le sale raccontano di amori veri e leggendari legati alla famiglia Vitelli ma anche al tema mitologico tanto caro agli artisti del Cinquecento
Prenotazioni: 0758520656
La storia della Rometti è rappresentata da oltre 200 opere, dalle prime realizzazioni alle collezioni attuali. Fondata da Settimio e Aspromonte Rometti nel 1927 l’azienda, grazie al contributo fondamentale di Dante Baldelli, Corrado Cagli e Mario di Giacomo, all’epoca giovanissimi studenti dell’Accademia d’ Arte di via di Ripetta a Roma, si impose subito come rivoluzionaria nel panorama manifatturiero nazionale, facendo uscire dai forni oggetti che recavano traccia delle più avanzate tendenze artistiche dell’epoca, in una sintesi formale tra primitivismo, futurismo, razionalismo, art decò e influssi della Bauhaus.
IL NERO FRATTA
Ed ecco allora la nutrita serie di opere appartenenti a questa stagione d’oro, alcune delle quali realizzate con il famosissimo Nero Fratta, un colore metallico cangiante che nacque per caso e rese le opere della Rometti richiestissime a livello europeo. Tra alti e bassi, l’azienda sopravviverà poi a tutti i grandi sconvolgimenti sociali e politici del ‘900, continuando a produrre oggetti di qualità eccellente, esposti nella sezione dedicata agli anni ’50 e ’60.
L’ARRIVO DI ARTISTI ESTERNI
La svolta arriverà negli anni ’90 quando l’azienda riprenderà ad avvalersi delle competenze di artisti esterni, secondo il metodo lungimirante che ne aveva decretato il successo 70 anni prima. Il primo passo fu la collaborazione con Ambrogio Pozzi, designer di fama mondiale, ma da quel momento la Rometti inizierà sistematicamente a collaborare con artisti come Liliane Lijn, Chantal Thomass, Cèdric Ragot, Jean-Christophe Clair o Ugo la Pietra, tutti rappresentati nella collezione del museo.
ORARI
Museo Rometti, aperto Tutti i giorni all’orario del cinema Metropolis
TELEFONO
La Tipografia Grifani-Donati si trova lungo corso Cavour, in origine ospitava la chiesa di San Paolo apostolo (XIII sec.), conosciuta anche con i nomi di San Paolo al Corso, al Macello, o alle Carceri. La Tipografia fu fondata nel 1799 dagli stampatori di Assisi Francesco Donati e Bartolomeo Carlucci e si distinse subito per le notevoli capacità e per la produzione di libri e pubblicazioni di pregio. Alla morte del Carlucci l’attività viene proseguita da Francesco Donati per poi passare al figlio Biagio e da questo al nipote Giuseppe Grifani, da qui il nome “Grifani – Donati”. I testi stampati tra le sue mura si conservano in musei, archivi e biblioteche. Attiva ancora oggi dopo oltre due secoli, è l’unica tipografia al mondo ad essere sempre stata gestita da un tipografo della famiglia fondatrice.
DOTAZIONE DELLA TIPOGRAFIA
Di questa secolare attività sono testimonianza le numerose attrezzature che la tipografia tuttora conserva: una pressa per libri cinquecentesca identica a quella usata da Gutenberg, una trancia da carta di fine Settecento, un Torchio tipografico Elia Dell’Orto 1864, un Torchio a stella Bollito & Torchio del 1880, una Platina Tiegeldruk 1903, una platina a leva della fine del Settecento fabbricata a Lipsia […] una pianocilindrica del 1910 fabbricata dalla “Werk Ausburg” e un Torchio calcografico Paolini 1960.
L’attuale titolare, Giovanni Ottaviani, ha continuato la tradizione di famiglia aggiungendo alla produzione tipografica e calcografica la litografia, esclusivamente su pietra, e la rilegatura ed il restauro dei libri.
ATTIVITÁ
Oltre a essere un vero e proprio museo dedicato all’arte della stampa, la tipografia è imprescindibile punto di riferimento per tutti quegli artisti che vogliano ancora praticare le antiche tecniche dell’incisione: su lastre xilografiche o calcografiche; disegno della pietra per la realizzazione di litografie ecc… Il museo ospita mostre, anche di artisti che hanno prodotto le loro opere proprio nel laboratorio con le attrezzature originali, ed è sede di eventi culturali che gravitano intorno al mondo della stampa e dell’arte.
BIBLIOGRAFIA
Tipografi, librai, illustratori: uno sguardo alle arti editoriali, a cura di Giovanna Zaganelli, San Giustino – Selci 2014;
Alvaro Tacchini, Grifani-Donati 1799-1999. Duecento anni di una tipografia, Città di Castello 1999;
Alvaro Tacchini, La stampa a Città di Castello: tipografie e tipografi dal 1538 ad oggi, Città di Castello 1987;
Angelo Falchi e Angelo Marinelli, La stampa a Città di Castello dal “magister” Mazzocchi (1538) a Scipione Lapi (1875), Città di Castello, 1909.
ORARI : (Chiuso Lunedì) ; Da Martedì a Venerdì (10.30 – 12.30 / 15.00 – 19.00); Sabato (9.00 – 13.00) Domenica aperto solo su prenotazione.
BIGLIETTO d’ingresso € 4,00 (Visite Guidate) € 12,00 a persona, comprensivo delle due stampe realizzate durante la visita; Ridotto € 2,00 (scuole elementari); €. 3,00 studenti scuola media inferiore e superiore; Domenica solo visita guidata su prenotazione: Minimo 4 persone. (Chiuso Lunedì)
Corso Cavour, 4 – Tel. 075 8554349 – 333 3232573
Il Museo storico e scientifico del tabacco, inaugurato nel 2004, è allestito all’interno della sede dell’ex Consorzio Tabacchicoltori di San Giustino ed è sorto per volere e interesse del comune di San Giustino, al quale si sono affiancati enti e organizzazioni interessati alla materia.
Il magazzino, ora sede del museo, venne fatto costruire alla fine dell’Ottocento e, ampliato, rimase funzionante fino al 1992, quando la lavorazione del tabacco venne trasferita all’interno di nuovi capannoni nella zona industriale.
Il percorso museale, insieme alla struttura stessa che ospita il museo, documentano le fasi della coltivazione e della lavorazione del tabacco, distinguendo tra quella agricola (la coltivazione), quella premanifatturiera (la selezione e il trattamento delle foglie) e quella manifatturiera, e l’importanza che esso ha avuto nell’economia e nello sviluppo sociale del territorio. All’interno di questo affascinante esempio di archeologia industriale è possibile entrare negli uffici, negli essiccatoi e nelle sale di cernita per conoscere una lunga storia di fatica e lavoro, ma anche di benessere, sviluppo economico ed emancipazione sociale, che ha avuto come protagoniste principali le donne, le tabacchine che, al pari delle operaie tessili, furono tra le prime ad abbandonare il tradizionale lavoro casalingo, per essere inserite nelle grandi industrie.
I semi del tabacco, importato in Europa dalle Americhe, vennero introdotti alla fine del Cinquecento in Toscana dal vescovo di Sansepolcro Tornabuoni, che ne fece dono a Cosimo de’ Medici. L’interesse per quella che ormai era nota come erba tornabuona si diffuse molto presto in Alta Valle del Tevere tanto che le prime coltivazioni di una certa importanza per scopi commerciali nella penisola italiana risalgono agli inizi del Seicento e risiedono proprio nella Repubblica di Cospaia (1441-1826), un piccolo territorio allora al confine tra Toscana e Umbria e oggi nel comune di San Giustino.
A. Ascani, Cospaia: storia inedita della singolare Repubblica, Città di Castello, 1963;
E. Fuselli, Cospaia tra tabacco contrabbando e dogane. Dieci anni del Moseo Storico Scientifico del Tabacco di San Giustino, San Giustino 2014;
C. Saccia, L’oro verde: tabacco e tabacchine alla Fattoria autonoma tabacchi di Città di Castello, Perugia 1999;
Nel 1907 fu intitolata al poeta Giosuè Carducci, cittadino onorario di Città di Castello per il suo contributo all’affermazione dell’editore Scipione Lapi, padre dell’industria tipografica tifernate. Dal marzo 2019 la biblioteca è ospitata presso il prestigioso palazzo Vitelli a San Giacomo, costruito nei primi decenni del XVI secolo per volontà di Vitello Vitelli, che lo abitò negli ultimi anni della sua vita assieme alla moglie Angela Rossi di San Secondo Parmense.
L’edificio divenne presto modello per altre residenze signorili cittadine. Dal cortile interno attraverso un’elegante scalinata, si sale al piano nobile, dove pregevoli soffitti a cassettoni impreziosiscono molte delle sale. I restauri hanno restituito affreschi di notevole bellezza, raffIl patrimonio librario consiste di 140.000 documenti, suddiviso in due raggruppamenti: Il Fondo antico, consistente in circa 20.000 pezzi fisici, che vanno dall’invenzione della stampa fino al 1830, tra i quali emergono per bellezza e antichità antifonari, incunaboli e cinquecentine – e il Fondo moderno, comprendente materiale a stampa (monografie e periodici) dal 1831 ad oggi.
Grande attenzione viene rivolta al settore dedicato ai bambini e ai ragazzi, ai quali sono sempre state destinate notevoli risorse, nonché spazi ed attrezzature adeguati. Le collezioni destinate agli utenti più giovani sono mantenute costantemente aggiornate e viene rivolta una particolare attenzione all’editoria di qualità e alle segnalazioni dei periodici specializzati. Nel 2022 la Biblioteca Carducci ha ottenuto dalla regione Umbria il riconoscimento “Umbria culture for Family”, per le attività di promozione alla lettura destinate ai bambini e ai giovani adulti Figuranti scene mitologiche e paesaggi.
Una delle principale funzioni della biblioteca di pubblico servizio è quella di conservazione della memoria storica della comunità cui si riferisce. Presso la biblioteca Carducci è custodito un ingente patrimonio documentario, che comprende l’Archivio Storico Comunale preunitario (dal 13. Secolo all’Unità d’Italia), in parte digitalizzato e comprendente anche materiale documentario che non rientra nella produzione comunale, quali i catasti Piano e Gregoriano e i registri parrocchiali. Accanto ai servizi più tradizionali, quali il prestito e la consultazione in sede, il prestito interbibliotecario e il Document delivery, il reference e la ricerca bibliografica, la possibilità di consultare periodici e quotidiani ecc., la biblioteca si propone anche come luogo per incontri e pubblico dibattito, ospitando nella sala Rossi Monti attività quali presentazione di libri, conferenze, rassegne cinematografiche, approfondimenti, ecc.
Ampio spazio viene riservato alle scuole del territorio e alla collaborazione con gli insegnanti, nella convinzione che i futuri lettori devono essere formati e introdotti al piacere della lettura fin da piccoli. Vengono quindi organizzate con frequenza visite alle classi di ogni ordine e grado e periodicamente proposte bibliografie e consigli di lettura per le varie fasce d’età. Una funzione particolarmente avvertita dalla biblioteca è inoltre quella di configurarsi sempre più anche come luogo di socialità e di condivisione, con l’apertura ad attività collegate all’associazionismo e ad una diversificazione dei consumi culturali, quali il gioco degli scacchi, i giochi da tavolo, i lavori manuali ecc.
⌚ Lunedì – chiuso ; Martedì (9.00/13.00 – 15.00 – 19.00) ; mercoledì (9.00/13.00 – 15.00/19,00) ; Giovedì (9.00/13.00 – 15.00/19.00) ; Venerdì 9.00/13.00 – 15.00/19.00) ; Sabato (9.00/13.00) ; Domenica chiuso
Questa scultura, realizzata in legno di noce, è rappresentativa della prima fase, “giovanile”, dell’opera dello scultore pistrinese. Fin dalle sue prime opere egli riduce i dettagli anatomici al minimo, privando la scultura di ogni introspezione psicologica per realizzare un’opera che rappresenti una astrazione dalla realtà. Possiamo dunque già rilevare come la sua poetica, controcorrente e anticonformista rispetto alle avanguardie artistiche coeve, fosse già orientata all’arte come forma, più che come contenuto.
TESTA DI MODELLO UNGHERESE [1940, RITRATTO IN LEGNO DI NOCE]
Questa scultura, realizzata in legno di noce, è rappresentativa della prima fase, “giovanile”, dell’opera dello scultore pistrinese. Fin dalle sue prime opere egli riduce i dettagli anatomici al minimo, privando la scultura di ogni introspezione psicologica per realizzare un’opera che rappresenti una astrazione dalla realtà. Possiamo dunque già rilevare come la sua poetica, controcorrente e anticonformista rispetto alle avanguardie artistiche coeve, fosse già orientata all’arte come forma, più che come contenuto.
ANATROCCOLO AMMALATO
Quest’opera in bronzo è rappresentativa della transizione dalla giovinezza alla maturità artistica dello scultore pistrinese. Pur mantenendo le caratteristiche poetiche anti-avanguardistiche e neoclassiche degli anni della gioventù, quest’opera segna il passaggio all’uso del bronzo come materiale dell’opera, che presuppone un uso sapiente e calcolato della luce naturale per garantire la piena fruibilità, e l’orientamento verso tematiche naturalistiche.
MATERNITÁ [1980 , BRONZO]
Quest’opera, anch’essa in bronzo, è caratteristica della piena maturità artistica del Bartoccini. Paragonata alle numerose figure di nudo femminile essa introduce alcuni elementi di novità, quale ad esempio la figura caratteristica della donna in gravidanza, che contrasta con le pose plastiche del nudo di donna fin lì sperimentata. Molte sono tuttavia le caratteristiche tipiche della poetica dello scultore pistrinese che vi è possibile riscontrare: la grazia della figura, l’armonia delle forme, la morbidezza dei movimenti e delle linee.
DONNA SDRAIATA SUL SASSO [1996]
Quest’opera è rappresentativa dell’ultimo periodo artistico del Bartoccini, in cui sono evidenti i richiami alla scultura di Michelangelo Bonarroti. La scultura è realizzata tuttavia in un “levare” di materia in cui sasso e corpo nudo femminile si fondono e si confondono, imitando le caratteristiche della pietra naturale .
CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA
Costruita nel XI secolo quale edificio di culto della popolazione di Pistrino in segno della sua fede e devozione, nel tempo, oltre che a tale scopo precipuo, la piccola chiesa sita in via della Libertà, accanto al Museo Bartoccini, è stata utilizzata nel corso dei secoli per molteplici altre finalità.
Essa è un antico edificio dall’architettura lineare, che contiene diciassette affreschi rinascimentali (databili tra il 1510 e il 1536) ed una tavola ad olio, disseminati lungo le pareti e ai lati dell’altare. I due più importanti e meglio conservati sono una “Madonna della Misericordia” (a sinistra dell’altare), e una Crocifissione (a destra), entrambi di autori ignoti riconducibili alla scuola o all’ispirazione del Perugino.
La chiesetta si configura anche come “continuazione” ideale della collezione del Museo Bartoccini: ospita infatti altre 6 statue in bronzo, donate dall’autore, disposte alla destra dell’altare.
Valentina Seri, “Bruno Bartoccini, scultore umbro nel solco della tradizione” (tesi di laurea)
Giancarlo Rossi (a cura di), “Bruno Bartoccini”, Amministrazione Culturale Citerna, 1998
Valentina Seri, “Bruno Bartoccini. Scultore fra tradizione e modernità”, in PAGINE ALTOTIBERINE n. 67-68, a. XXIV, 2020, p. 191
Eugenio Sergio Bistarelli, “Chiesa di Santa Maria Assunta in Pistrino”, Parrocchia di Pistrino e Comune di Citerna, s.d.
DA SAN GIUSTINO A CITTà DI CASTELLO IN DIREZIONE SUD
Il paesaggio della Valtiberina trova nel “biondo Tevere” uno dei principali elementi caratterizzanti: un fiume che attraversa i comuni e li unisce.
Il percorso lungo il Tevere che da San Giustino raggiunge verso sud Città di Castello costituisce uno dei tratti più suggestivi, con lo sterrato che costeggia da vicino il corso del fiume, addentrandosi in un contesto prevalentemente agreste, tra campi coltivati e boschi.
Da San Giustino, ci si dirige verso Pistrino e al km 3,2 della Strada Statale 73bis, superato il ponte sul Tevere, si imbocca sulla sinistra e si prosegue per lo sterrato che costeggia il fiume.
In corrispondenza di Piosina si imbocca il percorso ciclopedonale che giunge a Città di Castello. La prima tappa che si incontra è il parco dell’Ansa del Tevere attraversando il quale è possibile raggiungere il centro storico cittadino e visitare i musei del centro, come la Pinacoteca comunale, la Collezione Tessile “Tela Umbra”, il Centro di documentazione delle arti grafiche “Grifani Donati” 1799, la Collezione Burri a Palazzo Albizzini e il museo del Duomo.
Tornati al parco dell’Ansa del Tevere, è possibile proseguire seguendo il corso del fiume fino a giungere al laghetto dei cigni, un parco che sorge proprio di fronte agli Ex Seccatoi del tabacco altra sede della Collezione Burri. Riprendendo la via lungo il fiume si prosegue verso la zona della Casella e, dopo un breve tratto di strada asfaltato, si rientra lungo il percorso del corso del Tevere e si raggiunge il polo museale di Garavelle con il museo malacologico Malakos e il Centro delle Tradizioni popolari.
DA CITTà DI CASTELLO A SAN GIUSTINO DIREZIONE NORD
Il percorso può partire a Città di Castello dal parco Parco Alexander Langer o dell’Ansa del Tevere in direzione nord. Lungo il percorso si costeggiano gli abitati di Lerchi, Piosina e Giove. Una volta arrivati a Selci è possibile visitare lo Stabilimento Tipografico Pliniana. Nei pressi del campo sportivo è possibile scegliere se proseguire lungo il Tevere, da lì giungere al ponte sul Tevere nei pressi dell’abitato di Pistrino, e arrivare San Giustino o seguire un altro sentiero: il Percorso Plinio.
Il percorso Plinio consente ammirare le bellezze paesaggistiche e naturali della zona, con bellissimi scorci sulle vedute storiche di San Giustino e, in lontananza, di Monte Santa Maria Tiberina. Giunti in località Pitigliano è possibile compiere una suggestiva deviazione verso la collina e raggiungere il molino medievale dei Renzetti, un molino alimentato ad acqua, ancora funzionante e l’abbazia di Uselle Infra Montes, adagiata ai piedi dell’appennino Umbro-Marchigiano e risalente al XII secolo.
Tornati a valle in località Pitigliano è possibile ammirare i resti archeologici dell’antica Villa in Tuscis di Plinio il Giovane e da lì dirigersi verso il Museo archeologico di Villa Graziani. Da qui si arriva al centro storico di San Giustino dove sorgono il Museo storico e scientifico del Tabacco e il Castello Bufalini.
Dal centro di San Giustino si seguono le indicazioni verso nord in direzione della ex repubblica di Cospaia. La libertà di cui godeva il piccolo stato (1441-1826) l’aveva reso un territorio franco per ogni tipo di commercio tanto che numerosi contrabbandieri vi trovavano impunemente rifugio. Da Cospaia è possibile fare una breve escursione lungo il Sentiero del Contrabbandiere. Il cammino delinea un percorso di 12,5 km che, tra scorci mozzafiato e vedute panoramiche, tocca ben tre regioni: Umbria, Toscana e Marche.
DA CITTà DI CASTELLO A UMBERTIDE PASSANDO PER MONTONE. DIREZIONE SUD
La strada che da Città di Castello va a Monte Santa Maria Tiberina è chiamata Montesca, proprio perché conduce all’antico marchesato del Monte. Dopo circa 2 chilometri dall’abitato tifernate si incontra Villa Montesca con il suo ampio parco, edificata alla fine dell’Ottocento dal barone Leopoldo Franchetti, fondatore insieme alla moglie Alice Hallgarten del Laboratorio tessile “Tela Umbra” e delle scuole rurali di Montesca e Rovigliano. Proseguendo verso Uppiano si passa una località detta Dogana, evidente richiamo ad un antico confine, e si giunge a Monte Santa Maria Tiberina, dove è possibile visitare il Palazzo Museo Bourbon del Monte e la pieve di Santa Maria Assunta. Dall’alto borgo è possibile addentrarsi in escursioni verso le antiche fortezze e torri a difesa del territorio come Marzana.
Scendendo da Monte Santa Maria verso sud, si arriva a Montone, uno dei borghi più belli d’Italia, luogo ideale da cui inoltrarsi per passeggiate, trekking, cicloturismo, e anche osservazione delle stelle. Nel territorio di Montone, infatti, a Coloti, antico borgo in posizione panoramica nella valle del torrente Carpina, esiste un osservatorio astronomico tra i più avanzati d’Italia.
Da Montone si può scendere ancora di qualche chilometro e arrivare alla città di Umbertide, con la sua rocca e i suoi monumenti.
Tra questi l’Abbazia di Montecorona (a quattro chilometri dalla città) fondata nell’anno Mille da San Romualdo, che presenta affreschi di Scuola Umbra e una meravigliosa cripta; la Chiesa di San Bernardino nel pieno centro storico della città, che conserva, tra le altre cose, il dipinto di Muzio Fiori “la Cena degli Apostoli” (1602); la bellissima Chiesa di San Francesco, edificio del XIII secolo che conserva affascinanti affreschi (dei quali uno realizzato da Ottaviano Nelli da Gubbio); o anche la Chiesa di Santa Maria della pietàcostruita nel 1486 su una piccola altura detta del Mercatale appena fuori dal Borgo superiore di Fratta per volere di papa Sisto IV e che conserva dipinti del Pintoricchio; infine, la Chiesa di Santa Maria della Reggia,conosciuta come Collegiata, tempio ottagonale dedicato alla Beata Vergine Maria del XVI secolo costruito per volere della cittadinanza.
roseguendo, invece, da Monte Santa Maria Tiberina verso Arezzo si giunge a Lippiano, un borgo arroccato sorto intorno all’antica pieve di San Michele nel XII secolo e riconosciuto ufficialmente tra i castelli del marchesato nel diploma imperiale del 1355.