“ITINERARI DI MUA” – “CASTELLO BUFALINI” e la storia della famiglia Bufalini.

IL CASTELLO BUFALINI 

Passato di proprietà nel 1487 a Niccolò di Manno Bufalini, vennero intrapresi lavori di ricostruzione su progetto dell’architetto romano Mariano Savelli e su indicazioni di Giovanni e Camillo Vitelli, uomini d’armi ed esperti in architettura militare. Assunse l’aspetto di una fortezza, a pianta quadrata irregolare con quattro torri agli angoli, di cui una di maggiori dimensioni, la torre maestra; un ampio fossato con acqua la circondava.

La storia dell’edificio è legata indissolubilmente a quella della famiglia Bufalini, che vantava personaggi affermatisi in ambito ecclesiastico, letterario e giuridico. A partire dagli anni Trenta del XVI secolo, la fortezza fu trasformata in residenza nobiliare rispondente a precise esigenze artistiche, sociali e culturali, secondo la volontà di Giulio I e del fratello, l’Abate Ventura Bufalini. Benché sia stato l’interno a subire maggiori modifiche, con la creazione di ampie sale distribuite attorno ad un cortile con due lati porticati, risale a quel periodo l’inserimento in facciata del loggiato e l’ingresso monumentale in posizione centrale.

Dall’esterno rimase ben visibile l’originaria struttura militare dell’edificio. Il progetto del palazzo fu opera dell’architetto fiorentino della cerchia dei Sangallo Giovanni di Alesso, detto Nanni Unghero, ma i lavori furono ultimati con l’intervento del Vignola attorno al 1560.

L’edificio nasce come fortilizio militare della famiglia dei Dotti di Sansepolcro. In seguito alla battaglia di Anghiari, nel 1440, divenne un avamposto militare a difesa del territorio di Città di Castello. Nel 1487 fu assegnato a Niccolò di Manno Bufalini, a cui si devono i lavori di ricostruzione che conferirono alla struttura l’aspetto di una fortezza a pianta quadrata irregolare, circondata da un ampio fossato e con quattro torri agli angoli, di cui una di maggiori dimensioni: la torre maestra.

A partire dagli anni Trenta del Cinquecento, il fortilizio fu trasformato in residenza nobiliare da Giulio I Bufalini e dal fratello, l’abate Ventura. Risale a quel periodo l’inserimento in facciata del loggiato e l’ingresso monumentale in posizione centrale. Il progetto del palazzo fu opera dell’architetto fiorentino Giovanni di Alesso, detto Nanni Unghero e i lavori furono ultimati attorno al 1560. Durante l’ultimo decennio del Seicento e i primi anni del Settecento, il palazzo divenne un’amena villa di campagna, secondo il progetto dell’architetto-pittore tifernate Giovanni Ventura Borghesi.

Dalla fine del Seicento o il palazzo fu ristrutturato dall’architetto-pittore tifernate Giovanni Ventura Borghesi come amena villa di campagna con “giardino all’italiana”. L’edificio si arricchì nel Settecento di pregevoli opere d’arte, tra le quali stucchi, cicli pittorici su affresco e tela, volti anche a celebrare i Bufalini divenuti marchesi.

Nel luglio del 1989 Castello Bufalini è stato acquisito dal demanio dello Stato e costituisce ad oggi un raro esempio di dimora storica signorile pressoché integra, che conserva gran parte del suo arredo storico.


Percorso Turistico di Palazzo Bufalini

Nel percorso di visita si possono ammirare: il panoramico Loggiato; le splendide sale dipinte da Cristofano Gherardi nella prima metà del Cinquecento; i saloni con il mobilio, la tappezzeria, i quadri, le vetrine che custodiscono i preziosi servizi da tavola in maiolica e la cristalleria. Fra le altre spiccano la Stanza degli Stucchi con le immagini delle “donne forti” e la Camera del Cardinale Giovanni Ottavio Bufalini, con la bellissima culla. Il parco è un tipico esempio di giardino all’italiana con il roseto, la galleria vegetale detta voltabotte, la “ragnaia”, le fontane, il frutteto, il cosiddetto “giardino segreto” ed il labirinto.

Il Castello Bufalini emerge nell’abitato di San Giustino (Perugia) ed è un ammirevole esempio di dimora storica signorile. Adibito a museo, dopo l’acquisizione da parte dello Stato nel 1988, è circondato da un elegante giardino all’italiana con rari esemplari di rose. La struttura nasce come fortezza privata di una famiglia ghibellina di San Sepolcro e dopo la battaglia di Anghiari (1440) diventa avamposto militare di Città di Castello, ben presto distrutto per ordine della Repubblica fiorentina.

Con l’arrivo della bella stagione, i visitatori del Castello Bufalini, raro esempio di dimora storica signorile pressoché integra anche negli arredi, che sorge a San Giustino in provincia di Perugia, troveranno una grande sorpresa.


IL Labirinto del Castello – La meta turistica del Castello

“Da domenica 21 aprile 2024, per la prima volta, il labirinto, posto all’interno di uno tra i più grandi e importanti giardini formali all’italiana dell’Umbria – circa 13.000 mq -, sarà aperto al pubblico fino a ottobre, ogni terza domenica del mese, solo su prenotazione (T. 075.856115; E. drm-umb.castellobufalini@cultura.gov.it) per gruppi di massimo 10 persone, con turni alle ore 11.00 e alle ore 17.00.” “Il labirinto non è soltanto un’opera botanica eccezionale, ma un’idea esoterica che si trasforma in esperienza – afferma Costantino D’Orazio, Direttore dei Musei Nazionali di Perugia-Direzione regionale Musei Umbria – Per questo la riapertura del labirinto al Castello Bufalini arricchisce il fascino di un luogo che nei prossimi anni riserverà al pubblico molte sorprese”.

“L’apertura al pubblico di uno dei labirinti di siepi più interessanti del panorama italiano – dichiara Veruska Picchiarelli, Direttrice di Castello Bufalini -, s’inserisce in un processo di recupero e rivalutazione di altre aree, interne ed esterne, dell’intero complesso, che porterà a partire dai prossimi mesi a raddoppiare e a riqualificare tota

lmente il percorso di visita”. Il Castello, afferente al MiC, Direzione Regionale Musei Umbria, è nato come fortilizio militare del Comune di Città di Castello a difesa dei confini dello Stato Pontificio ed è stato trasformato a metà del Cinquecento dalla famiglia Bufalini in villa di delizie che si affaccia sul paesaggio dell’Appennino.

Tra la fine del Seicento e i primi del Settecento, il suo parco venne organizzato in sette aree principali collegate tra loro e racchiuse da percorsi perimetrali posti a margine del fossato e del muro di cinta. Una di queste era occupata proprio dal labirinto creato per lo svago dei signori e formato da alte siepi di bosso. Il tracciato, che misura all’incirca 670 mq, è di forma trapezoidale con tre centri distinti, con un unico accesso, ai cui lati il 4 novembre 1694 furono piantati due cipressi, ancora viventi, che sono tra gli alberi più antichi del giardino.

Nell’archivio del castello si trovano alcuni disegni relativi alla sua progettazione e realizzazione, in particolare una planimetria databile al 1706, la Pianta del palazzo e giardino della villa di S. Giustino dei sign.ri March.si Bufalini, da cui è possibile vedere come il suo tracciato sia rimasto invariato nei secoli. Ciò fa pensare che almeno in parte le piante di bosso siano quelle interrate nel 1692, rendendo il labirinto di Castello Bufalini uno dei più antichi d’Europa.

Via Largo Crociani, 3 – 06016 San Giustino (PG)
Tel. 075 856115
email: drm-umb.castellobufalini@cultura.gov.it


Direttore: Veruska Picchiarelli

Orario di apertura
Venerdì, sabato e domenica e festivi infrasettimanali dalle ore 9:00 e alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00.
Ingressi a cadenza oraria alle ore 9:00, 10:00, 11:00, 12:00, 15:00, 16:00, 17:00. Visita sempre accompagnata.
Ultimo ingresso consentito mezz’ora prima della chiusura.

Chiuso dal lunedì al giovedì. Apertura esclusivamente su prenotazione per gruppi di almeno 10 persone.

Domenica e prima domenica del mese: sempre aperto con orario ordinario.

Festivi infrasettimanali:
Mercoledì 25 dicembre: chiuso
Giovedì 26 dicembre: aperto con orario ordinario
Lunedì 6 gennaio: aperto con orario ordinario


 

 

“ITINERARI DI MUA” – 1° degli Itinerari di MUA con La Rocca di Umbertide: da prigione Medioevale a Galleria d’arte contemporanea.

Sulla sua costruzione alcuni autori affermano che i lavori iniziarono nel luglio 1374, altri che l’incarico di costruire la Rocca fu affidato da Perugia al “Guidalotti” nel 1385, durante le lotte tra nobili e popolani. Le opinioni sono invece concordi nell’affermare che l’opera nel 1389 era terminata e che il direttore dei lavori fu Alberto Guidalotti e progettista l’architetto “Angeluccio di Ceccolo” detto il “Trocascio”. Nel 1394 nella Rocca fu rinchiuso prigioniero “Braccio Fortebracci da Montone” che fu Signore di Perugia.

Il “Papa Leone X” nel 1521, affidò la custodia della Rocca alle persone più ragguardevoli di Fratta per sette anni e tale onore fu prorogato da Clemente VII per altri dieci, affinché lo stipendio, che altrimenti si doveva versare al castellano e ai soldati, venisse impiegato nel restauro delle mura. In quel periodo la Camera Apostolica versava annualmente alla Fratta un contributo di sessanta scudi per la manutenzione e le riparazioni della Rocca, pretendendo che il castellano offrisse in cambio due libbre di cera alla cappella del magistrato perugino. Sempre durante questo secolo, divenne sede di una guarnigione militare pontificia e ne fu ampliato l’apparato difensivo.

La sovvenzione perugina fu abolita nel 1798, quando la Fratta divenne uno dei tredici Cantoni del Dipartimento del Trasimeno. Con il ritorno del Papa Pio VII alla guida dello Stato Pontificio nel 1814, la rocca fu destinata a pubbliche carceri, utilizzazione che durò fino al 1923. Da questo momento fino al 1974, il complesso venne destinato ad uso abitativo, dovendo subire alcune trasformazioni interne e la copertura dei due torrioni circolari.

Nel 1984 l’Amministrazione comunale ha iniziato l’intervento di recupero della struttura e dopo un intenso impegno di progettazione e di lavoro la Rocca è stata restituita alla città. Sono state apportate alcune modifiche strutturali, pur nel rigoroso rispetto del nucleo originario. L´amministrazione comunale, ultimati i lavori di restauro, ha deciso di utilizzare la Rocca per iniziative culturali ed espositive.  L’esemplare disponibilità ed il generoso contributo di artisti, galleristi e collezionisti che hanno donato al centro opere prestigiose hanno permesso di costituire così il primo embrione di un museo d’arte contemporanea ad Umbertide.                              Le opere donate al centro vengono esposte periodicamente nelle sale della Rocca.


Dati tecnici: La fortezza è costituita da una torre quadrata di m. 7,60 di lato e di m.31,60 di altezza di fronte al torrente Reggia. Le solide mura sono spesse alla base m. 2,20. Verso l’interno della città sono uniti alla torre due torrioni circolari più bassi ed un terzo baluardo quadrato. Oggi la Rocca presenta una sola porta nella Piazza Fortebracci, ma un tempo ne aveva un’altra in direzione della Reggia, detta ” del soccorso”, entrambe munite di ponti levatoi. La novità di maggior rilievo è data dall’entrata creata alla base delle mura del torrione sinistro, per permettere il collegamento della Piazza del Mercato con Piazza Fortebracci. Questa nuova entrata consente anche di accedere direttamente dalla Rocca al Teatro dei Riuniti. Il ritrovamento di un’antica scala in muratura nella prima stanza della Rocca, al primo piano, ha permesso poi di ricucire il collegamento verticale all’interno della torre: dai suoi sotterranei alle merlature. Anche la ” segreta” posta nella parte inferiore della torre è stata rinvenuta a lavori iniziati; dopo aver tolto più di un metro e mezzo di terriccio è stata trovata la ” botola” attraverso la quale si scende nella ” segreta” della torre.


ROCCA DI UMBERTIDE – CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA

La trecentesca Rocca di Umbertide dal 1998 è la sede dell’omonimo Centro per l’Arte Contemporanea: spazio espositivo pubblico permanente dedicato all’arte e alla cultura nella sua particolare sede e nelle sale che vanno dal sottosuolo alle torri circolari che, nel corso degli anni, ha ospitato significativi eventi con protagonisti importanti artisti italiani e internazionali, spaziando tra diverse tendenze stilistiche, modalità tecniche, generazioni anagrafiche (pittura, arti plastiche, fotografia, videoarte) e molte forme d’espressione di varie culture e popoli della terra (Europa, Asia, Africa, Americhe, Australia e Oceania).

Bibliografia Amoni D. (1999), Castelli Fortezze e Rocche dell’Umbria, Ponte S. Giovanni, Perugia, Quattroemme.


INFORMAZIONI

Visitabile tutto l’anno (escluso Gennaio) da Martedì a Domenica (10.00 alle 12.00) e (16.00 alle 19.00).

Tel.  075.9413691.

 

LINEE D’UMBRIA 2 (Rocca di Umbertide, 14 dicembre 2024 / 2 gennaio 2025)

Sabato 14 dicembre, alle ore 17, presso la Rocca di Umbertide verrà inaugurata la mostra collettiva d’arte “Linee d’Umbria 2”, titolo che riprende quello di un’altra esposizione curata da Giorgio Bonomi nel lontano 1987 presso il Palazzo dell’Unesco a Parigi e riproposta nel 2020 alla Rocca di Umbertide con artisti diversi.

Per questa occasione i curatori presentano una selezione di ventiquattro artisti “umbri”, per nascita o per residenza. Sono presenti diverse tendenze stilistiche, modalità tecniche e generazioni anagrafiche: ecco perché si parla di “linee” al plurale. Nell’insieme viene documentata la pluralità delle diverse esperienze artistiche presenti nel territorio umbro, cioè una regione piena di artisti di grande livello e spessore, documentati dai loro successi, in Italia e all’estero. Così in mostra espongono artisti affermati a livello nazionale e non solo ed altri altrettanto validi ma ancora emergenti. 

Gli artisti ospitati sono: Rita Albertini, Valentina Angeli, Lucia Bonucci, Sara Cancellieri, Caterina Ciuffetelli, Ornella Cosenza, Giulia Di Clemente, Pietro Fortuna, Benedetta Galli, Andrea Lensi, Olga Lepri, Fabio Mariacci, Paolo Massei, Fausto Minestrini, Jessica Moroni, Osmida, Pietro Perrone, Attilio Quintili, Simonetta Riccardini, Virginia Ryan, Stephanie Seymour, Ettore Spatoloni, Cornelia Stauffer, Bruno Zieger. 

La mostra sarà visitabile fino al 2 gennaio nei seguenti orari: 

Martedì 16.30 / 18.30; 

Mercoledì e Giovedì 10.30 / 12.30 – 16,30 / 17.30; 

Venerdì, Sabato e Domenica 10.30 / 12.30 – 16,30 / 18.30. 

Lunedì chiuso. Festivi aperto.

 

“La romantica avventura del Pelato” e “Lager”

Nell’ambito del progetto STORIE DI LIBRI, LIBERAZIONE, LIBERTA’ l’Archivio storico della Libreria Paci LA TIFERNATE e della Casa editrice IL SOLCO ha organizzato una raccolta fondi per ristampare in anastatica i due libri iconici del catalogo de LA TIFERNATE collegati all’anniversario degli 80 anni dalla Liberazione dal nazifascismo: IL BARZELLETTIERE DELL’ERA FASCISTA e LA ROMANTICA AVVENTURA DEL PELATO.

Due libri di satira che furono pubblicati per seppellire 20 anni di regime liberticida con una risata! Uscirono tra la fine del 1944 e il 1945 prima in fascicoli poi in volume.
Sono pre-acquistabili nella piattaforma Eppela, da soli o in combinazione con altri prodotti della Editrice Paci LA TIFERNATE. Il pre-acquisto consentirà la ristampa dei due volumi.

Si trovano descrizione e istruzioni qua: https://www.eppela.com/projects/11674

Apertura Straordinaria Studio Pillitu-Meroni

Apertura straordinaria Torre Civica

Christmas Lab For Kids

Giovedì 28 novembre 2024 alle ore 12.00 presso Villa Capelletti-Museo Malakos inaugurazione della mostra di esemplari di fauna e flora selvatica

Una nuova ala per il Museo Malakos di Città di Castello: giovedì 28 novembre 2024 alle ore 12.00, presso Villa Capelletti, l’Amministrazione comunale, l’Arma dei Carabinieri Raggruppamento Cites e il gestore del museo inaugureranno ufficialmente la sezione realizzata con esemplari di fauna e flora, recuperati grazie all’importantissima opera di repressione del commercio di specie protette che il Nucleo CITES porta avanti da anni, contribuendo ad ostacolare ed a reprimere il vergognoso commercio di specie animali, vegetali e di manufatti da essi ricavati. Tramite una serie di vetrine appositamente predisposte, la mostra esporrà numerosi esemplari sequestrati dall’Arma, mentre molti altri reperti troveranno una collocazione stabile un po’ per tutto il museo, ma anche nel suo grande laboratorio didattico, in quanto saranno destinati proprio a questo scopo.
“La preziosa collaborazione con il Raggruppamento Cites dell’Arma dei Carabinieri che ha portato a questa nuova ala del museo è significativa sia dal punto di vista scientifico e museografico perché arricchisce il nostro museo, ma anche sul fronte della legalità e della collaborazione istituzionale su questo fronte” dichiarano il sindaco Luca Secondi e l’assessore alla Cultura del Comune di Città di Castello Michela Botteghi. “Malakos è frequentato da tante famiglie e studenti, la mostra Traffic sarà occasione anche per parlare ai giovani e sensibilizzarsi sul tema della legalità a 360 gradi e sull’importanza di tutelare l’ecosistema, come ci chiede anche la nostra Costituzione, non a casa nell’articolo 9, che è dedicato alla Cultura. È un onore per noi avere qui il Gen.B Giorgio Maria Borrelli, Comandante Raggruppamento Cites, il Ten.Col. Carlo Saveri, Comando Regione Carabinieri Forestale Umbria e i referenti del Nucleo Operativo del Cites di Perugia con cui abbiamo costruito insieme al prof. Gianluigi Bini, Debora Nucci e Beatrice Santucci questa nuova ala del nostro museo. Grazie a loro Malakos non è solo un luogo di cultura dinamico e scientificamente solido ma rappresenta per tante famiglie di tifernati uno spazio in cui vivere la scienza e la divulgazione scientifica come un momento di socialità. All’iniziativa interverranno il sindaco Luca Secondi, il generale di Brigata Giorgio Maria Borrelli, Comandante Raggruppamento Cites, Michela Botteghi, assessore alla Cultura del Comune di Città di Castello, il Prof. Gianluigi Bini, fondatore e curatore Collezione Malakos. Coordinerà Debora Nucci, direttrice Museo Malakos.
Grande soddisfazione espressa dal professor Gianluigi Bini, fondatore del museo e curatore delle collezioni scientifiche “un ulteriore riconoscimento della serietà del nostro operato, essendo poche le sedi museali che possono vantare tale fiducia.”
La dottoressa Debora Nucci responsabile della didattica dice – ” un affascinante progetto nato da un altro altrettanto bello di formazione, che ha portato a questa inaugurazione, un processo complesso e delicato che merita tutte le attenzioni e soprattutto che implica centinaia di risvolti positivi per la nostra attività didattica. Ogni giorno infatti comunichiamo con i ragazzi e gli adulti sul tema della conservazione e tutela ambientale, questi reperti non possono altro che aggiungere un valore incredibile al nostro lavoro di educatori museali. Vi aspettiamo per l’inaugurazione giovedì 28 novembre alle 12 e il 30 novembre con le visite guidate, per raccontare anche a voi le straordinarie storie dietro ad ogni pezzo”.

Sabato 23 novembre alle ore 17.00 nel Palazzo del Podestà inaugurazione mostra di pittura “Percorsi”

Sabato 23 novembre alle ore 17.00 nel Palazzo del Podestà di Città di Castello inaugurazione della mostra di pittura dell’artista Martina Monini dal titolo “Percorsi”. Nella mostra saranno esposti dipinti ad olio su tela e i soggetti rappresentati sono paesaggi, scorci e nature morte, tutti caratterizzati dall’acceso uso del colore. La mostra resterà aperta fino a domenica 8 dicembre, tutti i giorni dalle ore 16.30 alle ore 19.30, mentre giovedì, sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.30 alle 19.30. Ingresso libero.

Chi è Martina Monini: nata ad Umbertide fin da piccola nutre una forte passione per il disegno tanto da portarla a frequentare l’Istituto d’Arte a Gubbio, che ha permesso di studiare le tecniche e la storia dell’arte. L’artista dipinge prevalentemente dipinti ad olio su tela e ama utilizzare i colori forti e accesi, i soggetti che predilige sono luoghi, paesaggi, nature morte e ritratti che hanno un legame con la sua vita. Ha partecipato a molte mostre collettive ad Umbertide, la città nativa, ma anche a Città di Castello, Gubbio, Montone, Pietralunga e Monte Santa Maria Tiberina.

Giovedì 21 Novembre 2024 ore 21.00 lezioni dell’anno formativo – “Prendersi cura della fede” – Sala santo Stefano del Palazzo Vescovile, Piazza Gabriotti

Giovedì 21 novembre 2024 alle ore 21,00 inizieranno le lezioni dell’anno formativo 2024/2025, nella nuova sede nella sala santo Stefano del Palazzo Vescovile, Piazza Gabriotti, 10, a Città di Castello (PG).

Ingresso Via Cacciatori del Tevere (accesso da Viale Nazario Sauro e parcheggio in Piazzale G. Ferri).

Per restare aggiornati sulle lezioni o rivedere quelle trascorse, visitate ai nostro canale YouTube @diocesidicastello_ucs o scansionate il QRcode e cliccate su Iscriviti.

Anno pastorale 2024 – 2025. Il Giubileo della speranza e della giustizia sociale nel processo Sinodale:

  • Giovedì 21 e 28 Novembre e 5, 12 Dicembre 2024. “L’anno di grazia del signore”.
  • 6,16, 23, 30 Gennaio 2025. “Gesù è Dio”

TRE approfondimenti :

Giovedì 19 Dicembre 2024 Il grido degli scartati, il Giubileo e le nuove povertà. Mauro Montesperelli – Sociologo

Giovedì 6 Febbraio – la fine delle utopie. Il Giubileo e la speranza cristiana. Gianluca Bianchi – filosofo

Giovedì 10 APRILE – la comunità come orizzonte di cura. Marco Pagnello – direttore di Caritas Italiana

 

Alla SDFT è bene iscriversi. Lo si può fare la sera di uno dei primi tre incontri.

L’itinerario è stato elaborato in stretta connessione con gli Uffici Pastorali Diocesani, l’associazione Ospedale da Campo, il mensile L’ALTRAPAGINA e il movimento per la vita.

youtube – @DIOCESIDICASTELLO_URC